Mons. Raspanti: «Rievangelizzare l’Europa con nuovi testimoni, modelli e valori diversi»

Finisce in bellezza l’anno sociale della rinata Associazione degli ex alunni del Leonardo da Vinci, con un crescendo di livello e di interesse che supera il già vasto ambito degli iscritti per animare la vita culturale della città.

Doveva essere uno scambio di auguri, nella calda atmosfera dei ricordi di scuola, ma si è trasformata in una riflessione profonda sulla ricerca del trascendente nell’uomo e nella società post-moderna, di fronte alla secolarizzazione ed alla falsa interpretazione di un inclusivismo astratto che recide ogni radice culturale, finendo per cancellare anche quelle che dovrebbero risultare beneficiarie di questo azzeramento delle identità.

Sono alcune delle considerazioni emerse dalla relazione di un invitato d’eccezione, il vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Vescovo di Acireale Monsignor Antonino Raspanti, il quale partendo dal tema proposto – la secolarizzazione del mondo occidentale – è penetrato nelle profondità dell’animo umano non solo da Pastore e uomo di fede, ma soprattutto da fine intellettuale europeo che ha vissuto e vive le crisi della società e dell’individuo. Infatti non si è limitato a descrivere la secolarizzazione delle società occidentali economicamente più avanzate e le sue ragioni, ma ha scrutato le profondità del rapporto fra Dio e l’uomo di oggi, con le sue insicurezze, paure, illusioni e fragilità, nella concretezza della vita quotidiana. E il cristianesimo, proprio perché non è una dottrina astratta, ma un percorso di vita, non si impone ma si propone incarnandosi nei “testimoni”, a partire da Gesù Cristo, che tuttora vivono -spesso invisibili- intorno a noi: Teresa di Calcutta, La Pira, don Puglisi, Livatino e tanti altri.

Le riflessioni a braccio di Monsignor Raspanti non sono facilmente riportabili in un “resoconto ”, ma saranno integralmente disponibili online sul sito dell’Associazione e riposizionano la preparazione al Natale su un piano diverso rispetto alla dilagante superficialità.
Proprio per questo se ne rende necessaria la rimeditazione e infatti non è stato facile sviluppare a caldo un dibattito di pari livello, nel quale si sono tuttavia cimentati – stimolati dall’attivissimo presidente Carlo Zimbone – alcuni professionisti, amministratori, magistrati e operatori del sociale, fino al presidente della Regione Musumeci, portatore a sua volta di una toccante testimonianza personale.


Pur avendo affrontato Raspanti il tema in positivo, nell’ottica della persona fisicamente concreta (i vescovi, come successori degli Apostoli, operano nella realtà fisica di ogni giorno e di ogni individuo), si è inevitabilmente affacciato anche l’aspetto sociale e politico della secolarizzazione dell’Europa e della cultura occidentale che, aggredita dall’edonismo collettivo e dal relativismo, rinuncia a se stessa esasperando l’alibi di una presunta tutela “politicamente corretta” dei diversi.

Si ripropone la stessa mistificazione di quando negli anni scorsi – ne sono stato testimone diretto a Bruxelles – la “Convenzione“ per la nuova Costituzione europea, presieduta dal franco-massone Giscard d’Estaing, respinse l’accorato appello di un altro grande testimone e uomo di cultura europeo – Giovanni Paolo II – perché si desse un’anima all’Europa richiamandone le incancellabili radici giudaico-cristiane. Allora si evidenziò quanto emerso già nella letteratura cattolica dello scorso secolo : la necessità di rievangelizzare l’Europa, come ha esordito monsignor Raspanti nella sua riflessione, indicandone poi la via che riparte dalla persona.


Negli ultimi decenni la Chiesa ha cercato insistentemente il dialogo con l’Europa, eleggendo al soglio pontificio almeno cinque Papi profondamente radicati nel cuore del Vecchio Continente e determinanti nella sua unificazione : Roncalli, Montini, Luciani, Wojtyla e Ratzinger. L’Europa non ha colto l’occasione e si è dovuto far ricorso ad un Papa “venuto dall’altra parte del mondo” per riprenderne l’evangelizzazione dall’esterno e per la quale – come ha confermato il vice presidente della Cei – occorrono nuovi testimoni, modelli e valori, diversi da quelli attualmente prevalenti in Europa, da riscoprire soprattutto nel Mediterraneo.

Non a caso lo stesso Raspanti è anche vice presidente della Consulta scientifica del Cortile dei Gentili (presieduta dal laico Giuliano Amato) e sta organizzando il Forum che riunirà a Firenze a due anni da quello di Bari e nel nome del testimone La Pira, i Vescovi e i Sindaci del Mediterraneo dal 23 al 27 febbraio, quando sarà concluso da Papa Francesco.
Francesco Attaguile.

Foto Gallery dell’evento del 6 dicembre al Palazzo Biscari di Catania