CATANIA – CITTÀ TURISTICA INTERNAZIONALE

Uno dei metodi più efficaci per declinare lo sviluppo del turismo oggi è senza dubbio quello di affiancarlo alla cultura, creando così un binomio di rara forza ed efficacia. È quello che è emerso in un convegno promosso dall’Associazione Ex Alunni Leonardo da Vinci di Catania presieduta da Carlo Zimbone che, introducendo l’evento, ha evidenziato come la definizione sino a pochi anni fa sarebbe stata impensabile. Un tema le cui varie corde sono state toccate dai relatori come, ad esempio, Donatella Aprile – Soprintendente di Catania- che lo ha tratteggiato rispetto alla valorizzazione, non solo conservativa, dei tanti beni culturali di cui la città è ricca e che costituiscono un volano importantissimo ai fini dell’attrazione turistica. Ornella Laneri, Presidente Turismo e Cultura della sezione catanese di Confindustria, lo ha declinato riferendosi alla rigenerazione urbana nel contesto dei goal ONU sulla sostenibilità, non mancando di sottolineare che questa deve ricomprendere l’aver cura del territorio e delle persone, tenendo presente che il comparto turistico incide per il 15/16% sul PIL cittadino ed è passato dall’essere prevalentemente commerciale a globale. Se Catania conferma il suo essere meta appetibile ciò è dovuto anche alle possibilità di mobilità connesse al suo aeroporto, ormai uno dei più importanti d’Italia per traffico passeggeri.

Nico Torrisi, A.D. della SAC, società che gestisce lo scalo catanese, ha rimarcato che, in un sistema di infrastrutturazione carente come quello siciliano, l’aereo rimane una validissima opzione tant’è che i volumi di traffico hanno raggiunto e superato -nella post pandemia- quelli già lusinghieri del 2019, proponendo una visione ottimistica del futuro anche grazie ad importanti implementazioni attuate o in procinto di esserlo a servizio dell’aerostazione. Ottimismo confermato da quanto descritto da Manlio Messina, Assessore al Turismo della Regione, che ha fatto il punto sulle numerose infrastrutture realizzate o in corso di realizzazione in tutti gli ambiti materiali ma anche immateriali proprio legati alle attività culturali e alla qualità dei servizi resi. Un dato sorprende positivamente ed è relativo ai pernottamenti: se nel 2019 (anno di maggior successo) questi erano in media di 2,6 notti, nel primo semestre del 2022 sono saliti a 3,2 mentre nel periodo pasquale appena trascorso la Sicilia nel suo complesso è risultata la Regione più prenotata d’Europa.


Ma torniamo a Catania, città turistica internazionale, perché questo era il tema del Convegno. Bisognerebbe chiedersi di quale Catania parliamo, sia da punto di vista geografico che di quello storico-tipologico; perché c’è la città baricentro del sistema della Sicilia Orientale, c’è quella riferita al suo hinterland tra il Simeto e l’Alcantara; come anche la città dentro i suoi confini amministrativi. Parlando di questa, in essa coesistono tante Catania: quella greco romana, quella medievale, la barocca, la città del liberty-decò e quella costruita nel ventennio fascista; manca però una Catania contemporanea, se non quella della speculazione edilizia e su questo tutti dovremo fare qualche riflessione. In ogni caso, mettendo a sistema tutte queste diverse Catania, immaginiamo per ognuna di esse di connetterne gli elementi significativi attraverso percorsi fisicamente individuabili e immateriali. Immaginiamo che le loro intersezioni fossero dotate di info-point, hub di sosta, connessione e scambio facendole diventare punti di arrivo e partenza. Avremmo creato una sorta di museo attrezzato, a cielo aperto, la cui visita costituirebbe un’esperienza culturale e sensoriale anche attraverso una successione programmata e reiterata nel tempo di eventi, dando così un contributo a quella destagionalizzazione perorata da Laneri. Chissà, questo potrebbe contribuire allo sviluppo di un altro tipo di turismo, quello congressuale, nel quale avremmo pochi rivali visto il clima, il cibo e le bellezze naturali e non di cui, poco per merito nostro, siamo dotati.
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