La “green economy” per garantire al territorio nuovi posti di lavoro

Oggi alle 17, nel salone dell’istituto Leonardo da Vinci, incontro-dibattito su “Nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali in Sicilia: dalla trasformazione digitale alla Green Economy”. Relatori saranno il cavaliere del lavoro Francesco Tornatore, e il dottor Salvatore Malandrino (UniCredit). Moderatore l’ingegnere Maurizio Andronico. Introduce il notaio Carlo Zimbone, presidente dell’Associazione ex alunni Leonardo da Vinci. Conclude la professoressa Daniela Baglieri, assessore regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità.

La Città Metropolitana di Catania ha grandi potenzialità: esprime il 23% del prodotto interno lordo della Sicilia ed il 5% dell’intero Mezzogiorno, caratterizzandosi in particolare negli ambiti della produzione di articoli farmaceutici e componenti elettroniche in cui rappresenta rispettivamente il 99,2% ed il 95,5% dell’export siciliano.
Altro punto di forza sono i giovani, essendo Catania la seconda tra tutte le città metropolitane d’Italia per età media e la terza per popolazione sotto i vent’anni di età.
In tema di innovazione, nel 2021 sono aumentate le start-up ad alto livello tecnologico (649 ad ottobre, +40% negli ultimi due anni), posizionando così la Sicilia nella Top 10 nazionale delle Regioni più innovative. A ciò si aggiunge il contributo fornito dall’ecosistema universitario, che ha registrato un incremento del +22,3% (+14,1% media Italia) degli immatricolati nell’ultimo quinquennio e una crescita della imprenditorialità giovanile (6,5% del totale nel 2020). In particolare il nostro Ateneo è il primo per studenti in Sicilia.
Ancora oggi, però, il modello di sviluppo della Sicilia risente di alcuni squilibri che faticano ad essere sanati. La Regione è ultima in Italia per tasso di occupazione (44,5%) e penultima per tasso di occupazione femminile (29,8%), così come sul fronte dei giovani detiene il “primato” negativo per tasso di dispersione scolastica (19,4% rispetto al 13,1% medio nazionale) e quota di giovani che non studiano e non lavorano (i c.d. Neet), con il 37,5%.
In tale scenario, uno straordinario ruolo di traino per identificare nuove traiettorie di sviluppo può provenire dalla trasformazione digitale e dalla Green Economy, i due pilastri-chiave del Pnrr.
L’Isola sconta ancora diverse criticità su questi due ambiti. In campo energetico-ambientale, la Sicilia mostra ritardi nella gestione del ciclo idrico (metà dell’acqua viene dispersa rispetto al 42% medio italiano), scarsa sostenibilità nella gestione del ciclo ambientale (il tasso di conferimento dei rifiuti in discarica è del 59%, quasi 3 volte la media nazionale) e problemi nel consumo di suolo (il tasso di abusivismo edilizio è superiore di 40,5 punti rispetto al dato medio italiano). Sul fronte digitale, vi sono carenze di risorse finanziarie e di capitale umano per la R&S, posizionandosi tra i territori con la più bassa incidenza della spesa privata in R&S (0,32% vs. 0,93% Italia). Il territorio può però puntare sul potenziale offerto da diversi asset strategici per cogliere la sfida della transizione sostenibile. La Sicilia è seconda in Italia per potenza installata (17,7% del totale nazionale a fine 2019) e produzione (16,6%) da eolico. Nell’economia del mare, inoltre, l’Isola è seconda in Italia per incidenza degli occupati sul totale regionale (7,8% rispetto al 3,5% italiano), terza per valore aggiunto (5,4%) e quarta per incidenza delle imprese attive (5,3% del totale).
Per generare un’evoluzione strutturale del modello economico e di sviluppo imprenditoriale della Sicilia in chiave green e digitale è in definitiva indispensabile rafforzare gli ecosistemi locali, partendo dalle competenze già presenti nel territorio e, allo stesso tempo, colmando i gap strutturali. A tal fine, sarà cruciale “vincere” la sfida del Pnrr, che dedica la maggior parte delle risorse alla transizione sostenibile e digitale, destinando al Mezzogiorno circa 82 miliardi.


Maurizio Andronico