Ucraina, alla feroce aggressione noi rispondiamo con momenti di solidarietà umana e cristiana

Effettuata una nuova raccolta di fondi che verranno consegnati all’arcivescovo Luigi Renna

La tragica e inattesa invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con le inevitabili gravissime sofferenze della popolazione civile e le immani distruzioni delle infrastrutture produttive, sta giustamente polarizzando l’attenzione del mondo. Significativo in proposito il voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2 marzo scorso sulla mozione di condanna dell’aggressione contro l’Ucraina, approvata con la schiacciante maggioranza di 141 voti a favore, 34 astenuti e solo 5 contrari.
Per offrire un momento di riflessione comune su tali drammatiche vicende, l’«Associazione ex alunni Leonardo da Vinci», guidata dal presidente Carlo Zimbone, ha organizzato il 20 marzo scorso un incontro-dibattito sul tema “Guerra in Ucraina (clicca per vedere la conferenza). Emergenza umanitaria, democratica ed economica”.


L’incontro, che ha avuto luogo nella sala conferenze dell’Istituto, ha visto come relatori il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo e già Nunzio apostolico in diversi Paesi tra cui l’Italia; il prof. Salvo Andò, professore di Diritto costituzionale e già ministro della Difesa e più volte parlamentare, e la prof. Elita Schillaci, ordinario di Economia e gestione delle imprese nell’Università di Catania.
Gli interventi, cui è seguito un vivace dibattito, sono stati moderati dall’ambasciatore Guido Scalici, ex alunno del Leonardo. Ne è emerso un variegato quadro denso di luci ed ombre, dove nell’unanime deplorazione della feroce aggressione di Putin sono stati messi in evidenza anzitutto i significativi momenti di solidarietà umana e cristiana nel soccorso alle vittime e nell’accoglienza ai rifugiati. Tutti i fedeli sono chiamati a manifestare concretamente l’appoggio alla popolazione ucraina, nel genuino spirito del Vangelo costantemente ricordato dal Santo Padre.
Il peso economico delle sanzioni ricade pesantemente sulle nazioni che le applicano, a cominciare da quelle europee ancora fortemente dipendenti dalla Russia e dalla stessa Ucraina sotto il profilo energetico e alimentare. Ciò è tanto più grave giungendo in un momento in cui le economie occidentali avevano appena avviato una fase di ripresa dopo la pesante recessione imposta dal Covid, frustrando le aspettative di un rapido miglioramento.

L’attacco ha tuttavia innescato un rinnovato spirito europeo, una genuina presa di coscienza dell’identità e dell’unità non solo economica ma anche politica e culturale dell’Europa, che sembrava a volte sopita nell’asfissiante burocrazia di Bruxelles. Scomparse le tentazioni sovraniste, ci si è resi conto che solo un blocco unito e concorde di Paesi europei può assicurare la difesa della propria libertà ed indipendenza, anche sul piano militare. Non si è mai realizzato infatti il sogno di Pratica di Mare, la base italiana vicina a Roma dove il 28 maggio 2002 fu firmato proprio da Putin e dai capi di Stato e di Governo dei 19 Paesi dell’Alleanza atlantica la “Dichiarazione di Roma” che creava un Consiglio apposito dei 20 Paesi membri – Nato e Russia – per collaborare in una serie di settori specifici volti ad assicurare pace e progresso. Ugualmente vana l’ammissione della Russia al G7, divenuto per qualche tempo G8.
L’invasione della Crimea nel 2014 e ora il proditorio e cruento attacco all’Ucraina hanno purtroppo dimostrato l’illusorietà di tali iniziative di pace.


Su una nota di ottimismo si è ricordato, nel corso del dibattito, come già le polis dell’antica Grecia, spesso in contrasto o addirittura in lotta tra loro, abbiano ritrovato concordia ed unità di fronte alla minaccia persiana. L’esercito e la flotta orientali, immensamente superiori per numeri e consistenza, grazie alla strenua resistenza alle Termopili sono stati infine pesantemente sconfitti per terra e per mare a Maratona e Salamina e costretti ad una umiliante ritirata.
E soprattutto dobbiamo elevare la nostra preghiera a Dio e confidare nella sua misericordia affinché ci consenta di superare questa prova tanto più pesante perché inaspettata e che ci colpisce quando ancora non si è conclusa l’emergenza Covid che tanto ci ha provati.
A margine dell’incontro è stata infine effettuata una raccolta di fondi per la popolazione ucraina, che verranno consegnati all’arcivescovo Luigi Renna, in risposta al suo appello in tal senso. E’ stato inoltre rivolto un invito, per chi ne avesse la possibilità, ad ospitare una famiglia di profughi, invito già raccolto da un ex alunno.