Potremmo, con un po’ di fantasia, paragonarci a un pilota di rally durante una gara su strada sterrata; ognuno, a proprio modo e più o meno convintamente, sa che bisogna arrivare al traguardo, ma necessita dell’aiuto di un navigatore che lo orienti indirizzandolo nel tragitto. Così, il salone delle conferenze dell’istituto Leonardo da Vinci ha preso, per qualche ora, le sembianze di un circuito che ha accolto “conducenti” in cerca di aiuto. “Come si voterà il 25 settembre? Diritto e dovere di voto. I diversi sistemi elettorali (Senato, Camera, Regione)”: questo il tema del confronto, pensato dall’associazione degli ex alunni della scuola e moderato dal giornalista Andrea Lodato, per instradare quanti, la settimana prossima, saranno chiamati alle urne per una delle corse più affascinanti che si conoscano e nella quale ci si contenderanno le sorti dei governi di Stato e Regione.
Il professore Felice Giuffrè (ordinario di Diritto costituzionale UniCt) ha orientato l’equipaggio, definendo i confini del tracciato. Per le Politiche, ci si muoverà dentro a un sistema che è per una parte maggioritario e per un’altra proporzionale: si tratta del “Rosatellum” (deve il nome a chi l’ha ideato, il deputato Ettore Rosato), che assegna un terzo dei seggi (il 37%, 148 alla Camera e 74 al Senato) attraverso le regole del sistema maggioritario a turno unico noto come uninominale secco (per ogni collegio viene eletto il candidato più votato); i due terzi rimanenti, invece, sono distribuiti mediante un metodo proporzionale con liste “corte bloccate” (poco più del 60% del totale, 245 eletti per la Camera e 122 per il Senato).
Per aggiudicarsi i seggi contesi al plurinominale bisognerà superare una soglia di sbarramento e, per farlo, occorrerà, per ogni lista che corre da sola, ottenere più del 3% dei voti su base nazionale, mentre per le coalizioni, sfondare il 10% e includere una lista che ne oltrepassi, da sola, il 3%.
Saranno 28 le circoscrizioni elettorali per l’elezione dei deputati, 20 (una per ogni regione tranne la Valle d’Aosta) quelle per l’elezione dei senatori. A queste bisognerà sommare la circoscrizione Estero (eleggerà 8 deputati e 4 senatori con il sistema proporzionale).
Le elezioni regionali siciliane, invece, si svolgeranno con un sistema misto a turno unico; decreteranno il nuovo presidente della Regione e i 70 deputati all’Ars (62 con sistema proporzionale, 7 nel “listino” del Presidente vincente, 1 il secondo candidato presidente più votato).
Circuito insidioso, a vederlo così, ma niente paura. «Sono contento di questa conversazione tra amici – ha dichiarato il professore Giuffrè – perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere, più da vicino, le leggi elettorali. Non credo, a priori, ne esistano di generalmente “buone” o “cattive”. Sono, semplicemente, dei meccanismi di trasformazione dei voti dei cittadini in seggi nelle assemblee rappresentative e costituiscono una delle variabili che restituiscono la fisionomia della forma di governo».
Don Piero Sapienza (direttore dell’ufficio diocesano problemi sociali e lavoro dell’Arcidiocesi di Catania) s’è fatto portavoce di alcune riflessioni e osservazioni messe insieme, da un gruppo di fedeli laici, nel documento “Non possiamo tacere”: «I cattolici non devono rimanere in silenzio davanti alle situazioni di difficoltà o emergenza – ha detto – e perciò abbiamo sentito di partecipare attivamente con un nostro contributo. Eccovi, perciò, le nostre priorità: ci auguriamo di essere ascoltati».
Carlo Zimbone (presidente dell’associazione ex alunni) ha poi coordinato la fase di dibattito. Motori accesi, quindi, in attesa del “via”.
Luigi Provini – LA SICILIA del 19 settembre 2022